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System Administration

Una gestione IT ottimale dipende dai punti di vista

21. febbraio 2023, Avatar of Armin LeinfelderArmin Leinfelder

La gestione quotidiana dell'infrastruttura IT e il mondo tecnologico in generale sono governati da due impulsi contrastanti. Da un lato, la stabilità e l'affidabilità, dall’altro, il cambiamento continuo e l'innovazione. Riuscire a bilanciare queste due forze contrapposte è una vera e propria sfida. Ma farlo può essere personalmente stimolante e professionalmente gratificante.

In breve

  • La messa in discussione del proprio modo di pensare sta alla base dell’innovazione informatica.
  • Gestione del dispositivo vs. gestione dell’esperienza dell’utente finale: concentrarsi sui risultati, non solo sui dati.
  • In loco vs. da remoto: gestire gli endpoint in modo sicuro e coerente indipendentemente da dove si trovino (o da dove vi troviate voi).
  • Esigenze dell’amministratore vs. esigenze dell’utente finale: una gestione efficace degli endpoint tiene sempre conto dell’esperienza dell’utente.

L’uomo è abitudinario per natura. Stabilire e seguire delle routine quotidiane fornisce uno schema fisso e affidabile, anche quando tutto cambia alla velocità della luce. Soprattutto quando si tratta di gestire e manutenere un'infrastruttura IT.

Ma non vogliamo nemmeno fare le stesse cose per sempre, e pertanto dobbiamo tenere la mente aperta in caso di circostanze nuove o in evoluzione. Ecco perché dovremmo rivedere regolarmente le nostre convinzioni e le nostre prospettive, per rimanere mentalmente flessibili ed essere consapevoli di come i cambiamenti influenzino le nostre aziende, i clienti, gli utenti finali e noi stessi.

Si sa, non è così semplice quando i sysadmin sono impegnati a gestire le priorità del momento, ma così facendo si aprono spiragli per la crescita e l’innovazione personale e professionale. Spesso basta allargare i nostri orizzonti, per fare in modo che emergano nuove intuizioni.

Ed è proprio questo l’approccio che adottiamo quando sviluppiamo nuove funzionalità per la baramundi Management Suite, un approccio che è parte integrante dei nostri processi di sviluppo del prodotto e del programma semestrale di nuove release. Ma non si tratta di un cambiamento fine a sé stesso. Piuttosto, creiamo nuove funzionalità e innoviamo in base al feedback reale degli amministratori IT che utilizzano le nostre soluzioni, e alle nostre osservazioni sugli sviluppi del mercato e della tecnologia.

Ecco alcuni esempi recenti di come applichiamo questo approccio:

Gestione dei dispositivi vs. gestione dell’esperienza dell’utente finale

L’amministrazione degli endpoint si è sempre concentrata su dispositivi quali PC, smartphone, tablet e server. È una prospettiva che trova fondamento in termini come “Client Lifecycle Management” (CLM), “Mobile Device Management” (MDM) e “Unified Endpoint Management” (UEM).

Ma come cambiarla, allora, questa prospettiva? Bisogna porsi alcune domande fondamentali: cosa gestiscono esattamente gli amministratori IT e perché? Si limitano a gestire i dispositivi per consentire agli utenti di svolgere le varie attività quotidiane? No, in realtà aiutano gli utenti a completare in modo efficiente i processi essenziali e a raggiungere gli obiettivi aziendali. Gli obiettivi possono essere i più disparati: dal semplice completamento di un verbale per rispettare una scadenza, al raggiungimento di obiettivi di fatturato legati al bonus annuale di ogni dipendente o al prezzo delle azioni dell’azienda.

Pertanto, è importante includere le prospettive e le esperienze degli utenti nella nostra comprensione della gestione degli endpoint. Per esempio: gli utenti hanno il software adeguato sui loro dispositivi, funziona in modo affidabile, senza crash? Concentrandoci su problemi di questo tipo, riusciamo a comprendere se la gestione degli endpoint incentrata sui dispositivi soddisfi o si discosti dalle esigenze degli utenti finali, e prendiamo le contromisure del caso. Ed ecco il cambio di prospettiva: non pensiamo più a ciò che facciamo, ma al perché lo facciamo. In altre parole, ci concentriamo sui risultati dell’IT, non solo sui dati.

 

In loco vs. da remoto

Quando gli amministratori IT si occupavano di CLM, la maggior parte degli endpoint di rete si trovava in un’unica sede aziendale, nella rete intranet protetta da firewall. Notebook, smartphone e altri endpoint mobili richiedevano diversi tipi di protezione, ma rappresentavano un’eccezione ai regolari processi di gestione. Poi è arrivata la pandemia.

Questo evento improvviso e drammatico ha sconvolto i processi e le pratiche IT tradizionali, e oggi la maggior parte dei dispositivi endpoint vive su Internet. D’altro canto, però, ha permesso la nascita di un nuovo modello di gestione dei dispositivi in remoto che, con l’incorporazione delle connessioni di rete sicure per garantire che gli amministratori IT potessero raggiungere i dispositivi senza interrompere gli utenti o richiedere il loro intervento, si è dimostrato altrettanto efficace e coerente di quando i dispositivi e il personale IT erano in sede.

 

Esigenze e aspettative: IT vs. utente finale

Dal punto di vista di un amministratore IT, è importante configurare e mantenere gli endpoint per garantirne la compatibilità e sicurezza. KPI e report appropriati possono mostrare il grado di raggiungimento di questo obiettivo. Una volta terminati tutti i lavori di ordinaria amministrazione, gli indicatori sulla console di gestione diventano verdi e gli admin sono soddisfatti.

Ma gli utenti finali condividono sempre la vostra soddisfazione? Probabilmente sì, se non altro perché non avete modificato o interrotto il loro lavoro quotidiano. Purtroppo, però, a volte un aggiornamento rilasciato di recente si rivela buggato o incompatibile con il software e i sistemi esistenti. I programmi non rispondono o si bloccano, gli utenti finali vedono gli indicatori accendersi di rosso, lo stress aumenta perché non possono fare il loro lavoro e il reparto IT riceve una strigliata dagli utenti e dai loro capi. Brutta esperienza, vero?

Con un cambiamento di mentalità, gli amministratori IT possono incorporare in modo proattivo le esperienze degli utenti quando pianificano nuove patch o distribuzioni di software, per evitare quello che in gergo è definito come “effetto watermelon (anguria)”: il caso in cui le metriche utilizzate appaiono “verdi”, suggerendo che tutto è sotto controllo e ben gestito, ma scavando in profondità si rivelano prontamente segni di “rosso” che indicano segni di inefficienza. Come evitarlo, quindi? Includendo ad esempio la raccolta di feedback da parte di gruppi selezionati di utenti di prova e una demo di distribuzioni basate su un inventario aggiornato e dettagliato degli endpoint. Morale: una pianificazione adeguata previene prestazioni scadenti.

 

Espandere i nostri orizzonti

Noi di baramundi lavoriamo da più di 20 anni con gli amministratori IT, abbiamo assistito nel tempo ai tanti cambiamenti del settore e conosciamo nel dettaglio tutti gli scenari che abbiamo menzionato, e molti altri ancora. Per questo motivo, nello sviluppo del bMS prendiamo continuamente in considerazione nuove prospettive, pur mantenendo e perfezionando processi collaudati. Innoviamo espandendo i nostri orizzonti insieme ai nostri clienti e sfidando le nostre stesse convinzioni.

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